"Hybris". I limiti dell'uomo tra acque, cieli e terre
ALBERTO CAMEROTTO - SANDRO CARNIEL (curr.), "Hybris". I limiti dell'uomo tra acque, cieli e terre, Mimesis Edizioni (Classici Contro, 3), Milano-Udine 2014, E. 18 (ISBN 9788857523040).
INDICE DEL VOLUME
1. Alberto Camerotto (Università Ca' Foscari Venezia)
«L'altra hybris di Prometeo»
2. Luigi Perissinotto (Università Ca' Foscari Venezia)
«La hybris del linguaggio»
3. Francesco Vallerani (Università Ca' Foscari Venezia)
«Paesaggi d'acqua e controllo umano: dagli approcci adattivi alla
tracotanza della modernità»
4. Sandro Carniel (CNR-ISMAR Venezia)
«Oceani e clima»
5. Giulio Di Toro (Università di Padova)
«I terremoti oggi: un'emergenza di comunicazione? Il caso de l'Aquila»
6. Carlo Franco (Liceo Classico Franchetti, Venezia-Mestre)
«Terremoti e società romana. Due casi di studio di età imperiale»
7. Carlo Schimd (Aix-Marseille Université & CNRS - Laboratoire
d'Astrophysique de Marseille)
«Cosmologia Moderna. Storia e trama dell'Universo nel XXI secolo»
8. Anna Santoni (Scuola Normale Superiore di Pisa)
«Antiche stelle. Miti di gloria e di hybris nel cielo dei Greci e dei
Romani»
9. Manuela Padovan (Liceo XXV Aprile, Portogruaro)
«A scuola da Aristarco (e altri)»
10. Luigi Salvioni (Liceo Classico Eugenio Montale, San Donà di Piave)
«L'alleanza delle lettere e dei numeri. Per un'antologia della
scienza antica»
11. Ettore Cingano (Università Ca' Foscari Venezia)
«Tra Filologia e Scienza. Un ricordo di Mario Geymonat»
La parola hybris significa violenza, oltraggio, arroganza: è una parola degli uomini e indica la violazione di un limite, di una misura, di fronte agli dei, agli altri uomini, di fronte alla natura. È la violazione di un kosmos e di una armonia, una assenza di consapevolezza e di responsabilità. È avanzare in equilibrio su un filo fragile con la superbia e la sventatezza che lo possono spezzare. Hybris, allora, tra gli entusiasmi della tecnologia e le inquietudini ecologiche diviene una parola adatta per il nostro presente, ne avvertiamo sempre più le conseguenze in ogni nostra azione, sempre più forte il pericolo per la nostra stessa esistenza. È forse buona cosa pensarci. Ne discutiamo in questo libro unendo in maniera inconsueta le parole dei classici antichi e i pensieri della scienza moderna, per cercare di comprendere, a partire dall’idea di Prometeo che ha donato agli uomini il fuoco, le lettere e i numeri, se v’è ancora qualche equilibrio possibile tra la nostra hybris e il mondo che ci circonda.