Ai margini della cultura, ai margini della letteratura: architettura e medicina, “arti non liberali”
Abstract
L’articolo affronta la questione dello statuto dell'architettura e della medicina nella cultura antica. Queste due artes non furono mai riconosciute nel numero delle artes liberales, soprattutto a causa del loro legame con attività professionali retribuite, testimoniato dalle fonti giuridiche. Tuttavia nella cultura romana tardorepubblicana e imperiale troviamo qualche tentativo di valorizzare l'architettura e la medicina, collocandole in una posizione intermedia nella scala sociale e culturale, al di sotto delle arti liberali, ma al di sopra di quelle banausiche. La marginalità sociale e culturale si riflette anche nella letteratura tecnica, determinando un vero e proprio “complesso di inferiorità”. L'analisi di alcuni passi significativi di Vitruvio (De architectura) e di Celso (De medicina) rivela una continua ricerca di legittimazione. Al culmine di questo processo, almeno per la medicina, si trova il primato assegnato da Galeno alla medicina nella sua gerarchia delle τέχναι.