Das ἀκούειν ist die eigentliche αἴσθησις: immaginari e mondi sonori nell'antichità classica
Abstract
Questo articolo propone una riflessione critica su una serie di spunti teorici emersi negli ultimi anni in alcuni testi che analizzano pratiche di ascolto, immaginari e ambienti sonori nell'antichità classica. A partire dai contributi offerti da Maurizio Bettini, Sean Gurd, Shane Butler e Sarah Nooter, il testo presentato in questa sede si propone di analizzare la dimensione culturale e sensoriale legata all’ascolto nel mondo antico, servendosi della prospettiva metodologica sviluppata recentemente dai sound studies, che riconosce il suono come dispositivo critico che può indagare ambienti, geografie e spazi attraverso la pratica e la riflessione del "sonic thinking". Tale prospettiva mette in discussione la nozione di suono come “oggetto” esterno considerato solo per il suo significato culturale, introducendo la possibilità di pensare con e attraverso il suono stesso. Dalle voces animalium all'immersività acustica in Saffo, dal dionisismo sonoro alle vocalizzazioni non verbali eschilee, dal soundscape oracolare ai corpi sonori lucreziani, il mondo antico rivela la sua dimensione sonora attraverso la prospettiva di una storicizzazione sensoriale in chiave (post-)fenomenologica, in cui processi materiali e culturali si articolano nella tensione tra disordine e controllo, dissonanze e consonanze.