Christopher Nolan, Prometeo e la vecchietta: divagazioni tra Oppenheimer, la Rhetorica ad Herennium, Leopardi e Pirandello

Scritto da Andrea Balbo.

 Abstract 

1. Qualche premessa

Il recentissimo film di Christopher Nolan dedicato a Robert Oppenheimer e uscito nell’agosto 2023 nelle sale italiane ha richiamato – se mai ce ne fosse ancora bisogno – la centralità del mito prometeico nella tradizione occidentale1. Il film deriva da un volume di K. Bird e M. J. Sherwin del 2006 dal titolo American Prometheus e associa il fisico americano con il titano che sottrae il fuoco a Zeus e lo porta agli uomini, ponendo da una parte i presupposti per creare una nuova civiltà, dall’altra votandosi alla sofferenza e a un destino tragico. Se il secondo aspetto di Prometeo è chiaramente presente nella figura descritta dall’intensissimo C. Murphy, il primo si presenta come connotato da un’ulteriore ambivalenza, dato che, per lo più, mentre la fiamma sprigionata dall’esplosione della bomba è chiaramente distruttrice e non benefica, il dono del fuoco all’uomo presenta per lo più connotazioni positive nella storiografia prometeica, anche se non sono escluse già nell’antichità considerazioni di tipo negativo2. In questo senso, Nolan e gli autori del biopic fonte del film si sono parzialmente distaccati da una tradizione antica che possiede una ricchezza straordinaria e che ancora oggi ci interroga.

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L’ora di greco, tra cinema e letteratura

Scritto da Rossana Valenti.

 Abstract 

Il contributo prende in esame tre recenti e significative opere: i film L’ordine del tempo, di Liliana Cavani (2023), e L’orto americano di Pupi Avati (2024), e il romanzo L’ora di greco, della scrittrice sud-coreana Han Kang, insignita nel 2024 del premio Nobel per la Letteratura. Queste opere, diverse nei registri espressivi e nelle tematiche, rivelano una imprevista, rinnovata attenzione per antiche parole, come l’espressione “ora di greco”, e documentano un interesse dei media verso una prassi didattica e un sapere che sembrano relegati a una condizione di marginalità.

The paper examines three recent and significant works: the movies L’ordine del tempo, by Liliana Cavani (2023), and L’orto americano by Pupi Avati (2024), and the novel L’ora di greco, by the South Korean writer Han Kang, Nobel Prize for Literature in 2024. These works, different in their languages and themes, reveal an unexpected, renewed attention to ancient words, such as the term “Greek lesson”, and testify an interest of the media towards a teaching practice and a knowledge that elsewhere seem consigned to marginality.

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