L’asino indiano da Ctesia ad Aristotele: I primi passi dell’unicorno nel mondo della “realtà”

Scritto da Pietro Li Causi. Pubblicato in: Orizzonti

As many have pointed out, the cognitive type of the unicorn, later on spread like wildfire in western culture, has one of its prototypes in Ctesias’ Indian ass, described for the very first time in his Indika (FGrHist 688 F 45, 45 and 45q = Ael. NA IV 52). Over the last two centuries, several scholars have raised questions on the real extra-linguisitc referent: what had the Physician of Cnidus really talked about in his account? An Indian rhino? A bull? An antelope? Or was it a fake, good to implement his ethnographic fiction on the extreme peripheries of Persian empire? Whatever Ctesias’ Indian ass was, Aristotle (HA 499 b 15-31) shows no hesitation in believing in its effective existence, and accepts it as a part of the animal kingdom. This happens because some of the zoological features of the paradoxical beast are not so incompatible with the etiological system developed in De partibus animalium.

A detta di molti, il tipo cognitivo dell’unicorno, che tanta fortuna ha avuto nell’iconografia e nella cultura occidentali, ha uno dei suoi antenati nel feroce asino indiano descritto da Ctesia nei suoi Indika (FGrHist 677 F 45, 45 e 45q = Ael. NA IV 52). Ma di cosa parlava realmente il medico di Cnido mentre scriveva il suo report etnografico su quella regione esotica e mirabolante collocata ai margini dell’impero persiano (che erano, peraltro, i margini del mondo allora conosciuto)? A cosa, insomma, si stava riferendo? A un rinoceronte indiano? A un bovino? A un’antilope? Non si era trattato, piuttosto, del frutto della ‘finzione etnografica’ di un autore che amava lavorare di fantasia sui dati e sugli spunti che gli provenivano dai dintorni, più o meno estesi, della prigione dorata nella quale, alla corte del Gran Re, era relegato? Sia come sia, diversamente da come accade per altri esseri descritti negli Indika, su cui spesso si fa calare un cauto beneficio del dubbio, Aristotele parla dell’asino indiano come di una specie effettivamente esistente nella Historia animalium (499 b 15-31). Questo accade perché i tratti principali di questo animale paradossale non sono in fondo troppo incompatibili con il sistema di spiegazioni causali sviluppato nel De partibus animalium.

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