La geografia nei commenti pseudacronei
This paper proposes an analysis of the geographical annotations in the Pseudacronian comments on the Odes of Horace, from a contenutistic and formal point of view; this analysis confirms that the fundamental interest of the commentators is the semantic explanation of the text of Horace: we can define them as “grammatical comments”. Moreover, researching sources for the geographic information contained in the scholia opens to different possibilities: there is a link with Porphyrio and probably with other lost Horatian commentaries; we can clearly find traces of the use of Virgil and Virgilian exegesis, in particular Servius; there is no evidence of consultation of geographical technical texts, although some structural and content convergences lead to the hypothesis that commentators could have used books such as that of Vibio Sequestre. Finally, we should not forget the text of Horace, from which information (even erroneous) is often derived.
L’analisi formale e contenutistica delle annotazioni geografiche presenti all’interno dei commenti pseudacronei alle Odi di Orazio conferma che l’interesse fondamentale dei commentatori è la spiegazione semantica del testo. Inoltre, l’analisi delle fonti delle notizie geografiche contenute negli scholia apre a diverse possibilità: esiste un legame con Porfirione e probabilmente anche con altri commenti oraziani, per noi perduti; è evidente l’utilizzo di Virgilio e della scoliastica virgiliana, in particolare Servio; non ci sono invece prove della consultazione di testi tecnici geografici, anche se alcune convergenze strutturali e contenutistiche portano a ipotizzare che i commentatori abbiano utilizzato libelli come quello di Vibio Sequestre. Non va dimenticato, infine, il testo stesso di Orazio, da cui vengono ricavate informazioni (anche erronee) per autoschediasmo.
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