Introduzione
Da tempo è in corso, in America e quindi in Europa, un acceso dibattito sul valore formativo della lingua e della civiltà latina, il cui studio era già stato messo in discussione dall’innovazione dei processi produttivi e dalla rivoluzione degli strumenti di comunicazione. Tra le correnti di pensiero coinvolte, la cosiddetta cancel culture, di cui Alice Borgna ha recentemente offerto un’equilibrata presentazione in tutte le sue implicazioni sociali, politiche e culturali, è solo l’ultimo e certo radicale esito di un più vasto e progressivo processo di marginalizzazione degli studi classici nella cultura generale e nei sistemi scolastici dei Paesi occidentali. Salvatore Settis ne scorgeva lucidamente le avvisaglie già all’inizio del millennio, invitando a non ignorare il fenomeno, in cui individuava il risvolto di un profondo mutamento della società, avviata sulle strade della globalizzazione e della tecnocrazia.
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