Copertina Biblioteca di Classico Contemporaneo

La ricezione dell’antico nel De apparatu Patauini hastiludii di Lodovico Lazzarelli

Scritto da Benedetta Scuteri.

Abstract 

Il presente studio si prefigge l’obiettivo di avanzare un primo bilancio sulla ricezione dei modelli antichi nel De apparatu Patauini hastiludii di Lodovico Lazzarelli (San Severino Marche, 1447-1500), poema epico composto in occasione di un torneo a tema mitologico che l’Università dei giuristi di Padova organizzò nel 1467. Dopo una breve contestualizzazione dell’autore e dell’opera, l’analisi di alcuni passi significativi stimolerà la riflessione sull’attualizzazione umanistica del genere epico e sulla rielaborazione originale delle fonti, spesso contaminate, dissimulate e risemantizzate. Il poemetto esametrico si apre con un proemio in distici elegiaci, probabile imitazione di alcune praefationes tardoantiche, in particolare claudianee; l’uso del distico nell’epilogo, invece, è motivato dalla presenza del compianto funebre di un personaggio eminente e, verosimilmente, dal modello di Catull. 65. Altri versi presi in esame, infine, individuano quale ipotesto primario del De apparatu le Metamorfosi di Ovidio, spesso “frazionate” da Lazzarelli in loci diversi e contaminate con altre fonti, prima fra tutte l’Eneide di Virgilio.


The aim of this study is to provide an initial assessment of the reception of ancient models in De apparatu Patauini hastiludii, an epic poem written by Lodovico Lazzarelli (San Severino Marche, 1447-1500) for a mythological-themed tournament of armed riders organized by the University of Law of Padua in 1467. After a brief contextualization of the author and the work, the examination of some significant passages will clarify the humanistic adaptation of the epic genre and the original reworking of the sources, often contaminated, disguised, and used with a new meaning. This hexametric poem starts with a proem in elegiac couplets, probably an imitation of some Late Antique praefationes, particularly Claudian’s ones; the epilogue, instead, is written in elegiac couplets because of the presence of the funeral oration of a prominent character and, possibly, of Catull. 65 as model. Finally, the analysis of other verses confirms that the main hypotext of De apparatu was Ovid’s Metamorphoses, often “fragmented” by Lazzarelli into different loci and contaminated with other sources, especially Virgil’s Aeneid.

 

 

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