La testimonianza agostiniana sull’"Epitoma" di Giustino
Il passo di August. Civ. 4, 6 costituisce – a un’attenta analisi terminologica – un importante (e finora piuttosto trascurata) testimonianza sull’Epitoma giustinea. Agostino è il primo a sottolineare natura e contenuti dell’opera di Trogo-Giustino (Graecam vel potius peregrinam… historiam) e la metodologia di lavoro di Giustino. Affermando che egli “seguì” (secutus) Trogo Pompeo, Agostino enfatizza l’originalità della rielaborazione delle Historiae Philippicae, contraddistinta dall’imitatio, secondo la tipica, secolare attitudine ideologica degli scrittori latini. La testimonianza agostiniana termina con breviter scripsit historiam, espressione che suggerisce come il vescovo di Ippona condividesse la percezione giustinea dell’autonomia della propria opera rispetto al modello. Ciò sembra trovare conferma e contrario nelle parole di Orosio (Hist. 1, 8, 1), che definisce Giustino “breviator”, negandogli lo status di historicus attribuito invece a Trogo. Agostino è dunque un testimone di rilievo, poiché sottrae Giustino da quell’opinione riduttiva che, dalla tarda antichità, sarebbe approdata alla critica moderna, condensandosi nella celebre definizione di Ronald Syme «a text rather than a personality».
The passage of August. Civ. 4, 6 represents – by a thorough terminological analysis – a valuable (and so far quite neglected) testimony about Justin’s Epitoma. Augustine is the first who highlights nature and contents of Trogus-Justin’s work (Graecam vel potius peregrinam… historiam), and Justin’s methodology as well. Stating that he “followed” (secutus) Trogus Pompeius, Augustine emphasizes the creative remake of Historiae Philippicae, marked by imitatio, according to the long-standing ideological custom of Latin literature. Augustine’s testimony ends with breviter scripsit historiam, an expression suggesting how the bishop of Hippo shared Justin’s sense of independence of his Epitoma from its model. This can be proved e contrario by Orosius’s testimony (Hist. 1, 8, 1), who names Justin “breviator”, denying him the status of historicus bestowed to Trogus. Augustine is thus an important witness, for he takes Justin away from that reductive opinion which, from Late Antiquity, would arrive at modern critics and be summarized in Ronald Syme’s famous definition «a text rather than a personality».
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