Intervista a Carlo Rovelli
Carlo Rovelli è un fisico teorico, membro dell’Istituto universitario di Francia e dell’Accademia Internazionale di Filosofia delle Scienze. Dirige il gruppo di ricerca in gravità quantistica dell’Università di Aix-Marsiglia. Molto attento alle implicazioni filosofiche dell’indagine scientifica, ha pubblicato recentemente La realtà non è come ci appare. La struttura elementare delle cose (Raffaello Cortina Editore, Milano 2014); Che cos’è la scienza. La rivoluzione di Anassimandro (Oscar Mondadori, Milano 2014) e Sette brevi lezioni di fisica (Adelphi, Milano 2014). Carlo Rovelli ha gentilmente accettato di rispondere via mail ad alcune domande per ClassicoContemporaneo.
Nel suo libro, La realtà non è come ci appare. La struttura elementare delle cose, lei scrive (p. 15): «Questo libro inizia a Mileto, ventisei secoli fa. Perché aprire un libro sulla gravità quantistica parlando di eventi, persone e idee così antichi?». La risposta che offre a questa domanda («È più facile comprendere le idee partendo dalle radici che le hanno fatte nascere, e una parte importante delle idee che sono più tardi risultate efficaci per comprendere il mondo risale a oltre venti secoli fa») mi sollecita a chiederle: quando è nato il suo interesse per la filosofia antica?
È nato sui banchi del liceo. Poi si è risvegliato leggendo due libri straordinari: La scoperta della dinamica di Julian Barbour, e La rivoluzione dimenticata di Lucio Russo, che mi hanno fatto capire quanto la mia disciplina, la fisica, sia radicata nella scienza e nella filosofia del mondo classico.
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