Scipione l'Africano di Carmine Gallone. Fonti antiche, riscritture filmiche e ideologia fascista

Scritto da Roberto M. Danese.

Abstract: Scipione l'Africano di Carmine Gallone. Traduzione intersemiotica di un'ideologia.

Il regime fascista modellò molte delle sue simbologie sul mondo dell’antica Roma. Tuttavia, pur considerando il cinema un formidabile strumento di propaganda politica, produsse un solo film importante ambientato nell’antica Roma: Scipione l’Africano di Carmine Gallone del 1937.

Il film segue fedelmente le fonti storiche, ma il linguaggio cinematografico adottato lo trasforma in una potente metafora delle guerre d’Africa promosse dal Regime nel 1936 e della conseguente proclamazione dell’Impero. Le vicende storiche antiche sono mostrate in modo tale da richiamare alla mente dello spettatore alcune vicende cruciali della politica coloniale fascista. Così una narrazione apparentemente vicina alle fonti antiche diventa un'implicita conferma del Fascismo come erede della grandezza di Roma. L'uso delle luci, delle geometrie filmiche, delle inquadrature, dei piani sequenza, delle voci stabilisce un processo di continua identificazione tra Mussolini e Scipione, tra la Repubblica romana e lo Stato fascista, tra le conquiste coloniali in Africa e la seconda guerra punica.

Vivere nell’inganno: Remember (Atom Egoyan, 2015) e la tragedia greca

Scritto da Domitilla Campanile.

 Abstract 

 L’articolo intende proporre un’analisi del film di Atom Egoyan Remember (2015) per apprezzare la vitalità e l’importanza della tradizione classica nella cinematografia contemporanea; si offre qui, infatti, un’interpretazione che identifica e valorizza il rapporto tra Remember e il dramma antico. La storia di Zev Guttman, un anziano reduce dal campo di concentramento di Auschwitz, inviato dall’amico Max Rosenbaum a trovare ed eliminare il loro antico carnefice nazista sembra particolarmente adatta per una tale indagine.  

L’isola di Crono e l’isola di Cthulhu: un capitolo poco noto della fortuna di Plutarco

Scritto da Tommaso Braccini.

Abstract

Il suggestivo mito del sonno di Crono in un’isola al largo della Britannia, ricordato da Plutarco in De defectu oraculorum 18.420A e De facie in orbe lunae (940F-942C), godette di particolare fortuna soprattutto in ambito anglosassone. Cenni in poeti (come Drayton e Milton), storici, saggisti, divulgatori, e persino una sovrainterpretazione teosofica che legava il passo al mito di Atlantide contribuirono a rendere la storia molto popolare, in particolare tra Otto e Novecento. A partire da questi molteplici canali il mito plutarcheo arrivò anche al noto scrittore dell’orrore H.P. Lovecraft. Come mostrano riferimenti, finora negletti, presenti nel suo epistolario, e una serie di precisi punti di contatto, il nucleo del suo racconto più influente, The call of Cthulhu (1926), è debitore proprio della storia relativa a Crono: in entrambi i casi un’antichissima divinità spodestata dorme in un’isola remota, sperduta nell’oceano occidentale, comunica per mezzo dei sogni, e attende l’arrivo dei propri adepti quando si compia un determinato ciclo astronomico. La capacità di suggestione del mito plutarcheo è dimostrata anche dalla sua ricezione da parte di un altro autore di weird tales (nonché amico di Lovecraft), il californiano Clark Ashton Smith, che gli dedicò una poesia, The isle of Saturn (1950).

La freccia e il cerchio. The arrow and the circle. Annuale internazionale bilingue di filosofia, letteratura, linguaggi 2021. Otto

Scritto da Mariantonietta Paladini.

Recensione

 La Freccia e il Cerchio è un Annuale internazionale, giunto nel 2021 all’VIII annata di una serie cominciata nel 2010. Edito da “La scuola di Pitagora” e promosso dall’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e dalla Società di Studi Politici, è un annuale bilingue (italiano/inglese) di filosofia, letteratura, linguaggi, fondato e diretto da Edoardo Sant’Elia, saggista, poeta e fondatore della rivista di Letteratura italiana contemporanea “Il Rosso e il Nero” (1991-99). 

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U. Eco, Costruire il nemico (La nave di Teseo Editore, Milano 2020)

Scritto da Rossana Valenti.

Recensione

Uscito come supplemento gratuito del quotidiano La Repubblica (14 febbraio 2021), il testo di Eco affronta il tema della costruzione del nemico come gesto indispensabile a definire la nostra identità, nel momento in cui ci procura un ostacolo rispetto al quale misurare il nostro sistema di valori: in questa ottica, non interessa tanto il fenomeno quasi naturale di individuazione di un antagonista che ci minaccia, quanto il processo di produzione e demonizzazione del nemico.

 

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