Un caratteristica riconoscibile di Cicerone, tanto in discorsi come la Pro Archia quanto nei suoi dialoghi retorici, è la capacità di fondere forma espressiva e contenuto, di descrivere buone pratiche proponendo se stesso come exemplum. Anche se non si è d’accordo con quanto egli afferma, non si può non prestare fede al suo sforzo di “incarnare” il messaggio attraverso la forma e la modalità espressiva. In questo articolo si proverà a dimostrare che, in molti modi, i discorsi pubblici di Kenneth Winston Starr – giudice federale, vice procuratore generale per George H.W. Bush, procuratore indipendente che mise sotto indagine il Presidente Clinton, e ora rettore della Baylor University – “suonano” come quelli di Cicerone, in particolare quando si tratta di discutere e articolare i fondamenti dell’educazione liberale. Come Cicerone, Starr mette in collegamento educazione e tradizione, dovere civico e libertà. Come Cicerone, egli professa di prestare fede alle parole che utilizza per parlare di istruzione, cercando di istituire una piena coerenza tra quanto asserisce nei discorsi, la loro forma espressiva e performativa, e le sue concrete azioni.