Storie di straordinaria follia. A proposito di un libro di Guido Paduano
«I pazzi mi attirano». Questa frase di Maupassant ben si attaglia all’ultimo libro di Guido Paduano (Follia e letteratura, storia di un’affinità elettiva. Dal teatro di Dioniso al Novecento, Roma, Carocci Editore, 2018, pp. 269).
Filologo classico, storico del teatro e del melodramma, comparatista di vaglia, attento conoscitore delle teorie psicanalitiche: chi più attrezzato di lui per affrontare un tema così complesso e dipanarlo per l’arco di venticinque secoli? È con vero piacere intellettuale che il lettore si lascia attirare sulle orme dell’autore, in un percorso che – come viene messo in chiaro da subito – non si limita a passare diacronicamente in rassegna testi letterari genericamente accomunati dalla follia di questo o quel personaggio ma si prefigge qualcosa di molto più ambizioso: dare conto «dell’emozionante corpo a corpo che la nostra civiltà ha combattuto con l’oscurità esistenziale, cercando ogni mezzo per rischiararla, esorcizzarla, accettarla».
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