Il Libro Rosso della Marca Occidentale: l’uso narrativo della critica testuale in J.R.R. Tolkien

Scritto da Matteo Stefani. Pubblicato in: Pagina

ABSTRACT

L’articolo intende analizzare il topos del manoscritto ritrovato nelle opere di J.R.R. Tolkien e le ragioni letterarie ed editoriali del suo impiego. La versione finale di questo espediente nel Signore degli Anelli sfrutta in modo originale i principi teorici della critica testuale adottata dalla filologia classica e nota a Tolkien per il suo lavoro in ambito accademico. Nello sfondo fittizio costruito dall’autore, il Libro Rosso della Marca Occidentale risulta essere l’archetipo di una tradizione manoscritta da cui discendono tutte le opere tolkieniane dedicate alla Terra di Mezzo (Lo Hobbit, Il Signore degli Anelli e anche l’incompiuto legendarium del “Silmarillion”). In questo modo Tolkien propone un singolare caso di riuso narrativo di uno dei metodi fondativi degli studi classici.

 

This paper examines the topos of the found manuscript in J.R.R. Tolkien’s novels and the literary and editorial reasons behind its use. The final version of this topos in The Lord of the Rings appears entirely based on the principles of textual criticism adopted in classical philology, known by Tolkien because of his academic job. In this way, Tolkien succeeded in proposing a fictional background where the Red Book of the Westmarch acts as the archetype of a manuscript tradition from which all Tolkien’s works about the Middle-Earth descend (The Hobbit, The Lord of the Rings and also the unfinished legendarium of the “Silmarillion”). This fiction is a remarkable narrative exploitation of one of the most important methods of classical studies.

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Virgilio a Caporetto: Gadda, la guerra e i classici latini

Scritto da Giovanni Cipriani – Noemi Corlito. Pubblicato in: Pagina

Il sesto libro dell’Eneide catalizza l’attenzione di un appassionato lettore dei Classici qual è Carlo Emilio Gadda, avvinto in particolare dalla sventura che si abbatte fatalmente su Palinuro, una volta approdato in Italia. I patetici e icastici versi che il timoniere pronuncia rivolgendosi a Enea nell’Oltretomba, citati in latino o in traduzione nelle pagine gaddiane, diventano espressione del dolore provocato dal senso di solitudine e di delusione che segnano le giornate del giovane alpino al fronte. Tale “riuso” dei versi epici può essere giustificato alla luce dell’ethos di Palinuro, che, lungi dall’essere un personaggio secondario, è apprezzato e valorizzato da Gadda in forza della pietas, della fedeltà e del senso del dovere che connotano la sua condotta nei confronti della patria, al punto che l’intellettuale moderno si riconosce nell’antico ed eroico “precedente”: l’inaspettato naufragio in mare dell’innocente “alpinista” virgiliano, insomma, a distanza di 2000 anni, si fa metafora del naufragio psicologico dell’autore moderno.

La Campania nella poesia d’età flavia. A proposito di un libro recente

Scritto da Ciro Palomba. Pubblicato in: Pagina

Negli ultimi anni l’interesse per la rappresentazione del paesaggio nella letteratura antica è cresciuto notevolmente: il volume curato da A. Augoustakis e R. Joy Littlewood ne costituisce un autorevole esempio, prendendo in esame la produzione poetica latina, di età flavia, avente per oggetto la Campania che, come sottolineato nell’Introduzione, è uno dei luoghi letterari più significativi della tradizione latina.

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Paesaggio e letteratura: nuove linee di ricerca

Scritto da Rossana Valenti. Pubblicato in: Pagina

Tra i problemi che in questi ultimi anni hanno acceso il dibattito politico e culturale, soprattutto in Italia, ricorre senza dubbio il tema del paesaggio. Si tratta di un argomento che oltrepassa i confini disciplinari: molti “saperi” trovano infatti in questo ambito forti e necessarie applicazioni, dalla giurisprudenza – con riferimento al problema attualissimo dei “beni comuni” –, alla storia, dall’architettura all’agraria, senza dimenticare le problematiche sottese al tema della tutela della salute e a quelle dell’economia.

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Ipotesti greci e questioni di identità in Conversazione su Tiresia di Andrea Camilleri

Scritto da Morena Deriu. Pubblicato in: Scena

Abstract. Scopo di questo contributo è proporre una riflessione sui temi dell’identità in Conversazione su Tiresia di Andrea Camilleri alla luce del panorama letterario greco antico richiamato dall’autore. L’importanza di tale motivo emerge nelle battute iniziali e finali del monologo, dove Camilleri invita il pubblico a identificarlo con il protagonista. In particolare, il tema dell’identità di autore e voce narrante è complicato e arricchito dal rapporto con l’Odissea e dal fatto che lo stesso scrittore giochi con la possibilità di essere riconosciuto come un moderno Omero. La critica (se non proprio il rifiuto) di varianti del mito differenti dalla Melampodia mostrano, inoltre, uno sforzo nel tentativo di risolvere le contraddizioni (di fatto solo apparenti) tra alcuni ipotesti (l’Inno V di Callimaco, i Dialoghi delle cortigiane e il De astrologia lucianei). Da questo punto di vista, indagare tale panorama significa guardare anche alle origini dell’identità letteraria del pubblico della Conversazione attraverso uno dei modi in cui la cultura contemporanea interpreta e rielabora la letteratura greca antica appropriandosene consapevolmente e “identitariamente”.

 

Abstract. This paper analyses the theme of identity in Andrea Camilleri’s Conversazione su Tiresia by means of references to the ancient Greek hypotexts cited by the author. The first and final observations of the monologue, where Camilleri invites the public to identify him with Tiresias, suggest the importance of this theme to the understanding of the play. In particular, this motif is complicated and enriched by the connections between the Conversazione and the Odyssey as Camilleri plays with the possibility of being identified with Homer himself. The review of Hesiod’s and Callimachus’s different accounts about Tiresias’s blindness and of Lucian’s reports about the seer reveals Camilleri’s attempt to solve the apparent contradictions in the hypotexts. From this point of view, the analysis of these aspects also implies an evaluation of the cultural roots of Camilleri’s public by means of references to some of the terms through which contemporary culture receives and takes possession of ancient Greek literature.

 

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Intanto la Grecia viaggia, viaggia sempre

Scritto da Pietro Vesentin - Serena Evelina Peruch. Pubblicato in: Scena

Giornata mondiale della lingua greca

In viaggio con i Greci

Domenica 9 febbraio 2020

Cortile antico - Palazzo Bo (Padova)

Università degli Studi di Padova

Da Omero ai lirici, dal teatro classico alla produzione bizantina, da Erodoto a Plutarco, dall'epigramma erotico alla letteratura cristiana, dal romanzo ellenistico alla letteratura neogreca.

Una maratona di letture a cura dei docenti, dei ricercatori e degli studenti del Corso di Laurea Magistrale in Lettere Classiche e Storia Antica

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Memoria y comunicación arqueológica en la ópera Aída de G. Verdi. Estudio de las representaciones en La Fenice y las Termas de Caracalla (2019)

Scritto da Ana D. Navarro. Pubblicato in: Scena

This paper is focused on the study of Verdi`s opera Aida and its relation with Archaeology’s dissemination and perception in current world. Through the research of the birth of this opera and its relation with Archeology and Ancient Egypt, the paper presents the exam of two different performances of Aida in 2019. The main goal is to define how the artistic creators of the scenes and costumes have been inspired by archeology. Also how these operas disseminate and communicate Past to public. It has been used bibliographical research besides interviews to the artistic creators of the operas under exam: Aida at La Fenice (director Bepi Morassi) and Aida at Terme di Caracalla by Denis Krief. The work has been implemented by bibliographical research, including specialized Archives and Libraries as Bibliothèque National de France, and Teatro dell’Opera’s Archive at Rome. Aldo Buti and Denis Krief have been interviewed in order to know how costumes and scenes were created. As final results, the paper shows how common resources have been used to reimagine Ancient Egypt on scene.

Filologia vs. Fake news

Scritto da Rossana Valenti. Pubblicato in: Arti Visive e Comunicazione

Il mio intervento parte dalla constatazione che oggi più che mai la conoscenza deriva in minima parte dall’esperienza diretta di ognuno: in larghissima misura ciò che sappiamo è determinato da quello che altri dicono, e soprattutto scrivono, e dalla fiducia che noi riponiamo in loro.

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