Memoria y comunicación arqueológica en la ópera Aída de G. Verdi. Estudio de las representaciones en La Fenice y las Termas de Caracalla (2019)
This paper is focused on the study of Verdi`s opera Aida and its relation with Archaeology’s dissemination and perception in current world. Through the research of the birth of this opera and its relation with Archeology and Ancient Egypt, the paper presents the exam of two different performances of Aida in 2019. The main goal is to define how the artistic creators of the scenes and costumes have been inspired by archeology. Also how these operas disseminate and communicate Past to public. It has been used bibliographical research besides interviews to the artistic creators of the operas under exam: Aida at La Fenice (director Bepi Morassi) and Aida at Terme di Caracalla by Denis Krief. The work has been implemented by bibliographical research, including specialized Archives and Libraries as Bibliothèque National de France, and Teatro dell’Opera’s Archive at Rome. Aldo Buti and Denis Krief have been interviewed in order to know how costumes and scenes were created. As final results, the paper shows how common resources have been used to reimagine Ancient Egypt on scene.
Questo articolo si basa sullo studio dell’Aida di Verdi nel rapporto attuale tra la comunicazione, la percezione dell’archeologia e le formule di trasmissione al pubblico. Partendo dall’analisi dell’origine e del rapporto con l’archeologia e l’Antico Egitto, si presenta l’esame di due rappresentazioni di quest’opera eseguite nel 2019, la prima alla Fenice sotto la direzione di Bepi Morassi e la seconda alle Terme di Caracalla sotto la direzione di Denis Krief. L’obiettivo di questa proposta è quello di contribuire a definire il modo in cui gli artisti che hanno progettato la scena e i costumi di queste opere si sono serviti dell’archeologia e delle fonti storiche per la realizzazione e messa in scena. Il lavoro è supportato dalla letteratura secondaria ma anche da due interviste dirette agli artisti responsabili dei costumi, Aldo Buti, e della direzione artistica, Denis Krief. La ricerca è stata inoltre approfondita in centri specializzati tra cui l’archivio del Teatro dell’Opera di Roma e la Biblioteca Nazionale di Francia. Lo studio ha indagato, infine, le risorse comuni che gli artisti hanno utilizzato per ripensare, trasformare e riadattare l’Antico Egitto sulla scena.
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