Archi di ispirazione romana nei monumenti fascisti della Grande Guerra

Scritto da Simone Rambaldi. Pubblicato in: Arti Visive e Comunicazione

Abstract

 L’arco di origine romana è un motivo che ha beneficiato di una lunga fortuna nell’architettura e nell’arte di età moderna. 

Questa tipologia ha goduto di una particolare predilezione in Italia durante il periodo fascista, trovando un campo d’applicazione privilegiato nei monumenti dedicati ai caduti della Grande Guerra. In tali circostanze, l’arco recuperava enfaticamente la valenza onoraria e trionfale ad esso correlata nei modelli antichi, i quali fornivano una diretta ispirazione agli architetti delle nuove opere commemorative e ai loro committenti. Uno speciale significato acquistava l’impiego dell’arco nei monumenti eretti nei luoghi stessi dei combattimenti della Prima Guerra Mondiale, spesso in prossimità dell’originaria linea del fronte, dove questa forma architettonica era introdotta deliberatamente, col fine di ribadire l’italianità dei territori di recente conquista. 

Il colore della pelle: tra letteratura antica e pubblicità contemporanea

Scritto da Ciro Terlizzo. Pubblicato in: Arti Visive e Comunicazione

 

Il dibattito sul colore nero di pelle nel mondo greco-romano e sulla sua percezione va avanti da oltre mezzo secolo principalmente oltreoceano. Frank M. Snowden Jr. è l’autore di due monografie apri-pista della questione: Blacks in antiquity. Ethiopians in the Greco-Roman experience (1970) e Before color prejudice. The ancient views of Blacks (1983), sebbene un’indagine accennata del problema si possa riscontrare già prima della pubblicazione della prima monografia di Snowden in titoli quali The negro in Greek and Roman civilization: a study of the Ethiopian type (1929) di Grace H. Beardsley e Juvenal and the Blacks (in Classica et Mediaevalia 31, 1970) di David Wiesen. Snowden escludeva l’idea di una società greco-romana biologicamente razzista in senso moderno; piuttosto le attribuiva preferenze estetiche che prediligevano un colore della pelle non scuro.

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Il padre sulle spalle (e il figlio per mano): l’Eneide in Italia ai tempi del Covid-19

Scritto da Filomena Giannotti. Pubblicato in: Arti Visive e Comunicazione

Abstract

 One of the most famous episodes of the Aeneid is when, in Book 2, Aeneas escapes from Troy with his father on his shoulders and with his son by the hand. This episode, which has had an impressive afterlife in all periods of art history, in contemporary world literature and even in cinema and TV series (to be briefly mentioned in this paper), inspired many reflections in Italy, between March 2020 and March 2021, when Covid was first at its worst. Beginning with the excruciatingly difficult question for doctors of choosing between the old and the young, this paper looks at the importance of taking care of the elderly (Marchetti) and analyses some reactions (Camon, Berruto) to the English Prime Minister’s statement in which he said “many more families are going to lose loved ones before their time”. Pope Francis and Liliana Segre respectively addressed their words to the elderly and the young facing the pandemic. The need to consider the future of the young was also sometimes emphasised (Renzi, Scurati). Almost all the texts cited are from mass media and all refer to Aeneas, drawing on the lesson of pietas towards loved ones or a bond between three generations.