Il primo re

Scritto da Claudio Salone.

«Un Dio che può essere compreso non è un Dio». La citazione iniziale da W.S. Maugham contiene già la ragione di tutto il film.

Perché di film “religioso” si tratta, più che di film storico, esperito nella polarità tra i due fratelli gemelli Remo e Romolo che, come accade per la tragedia greca, sono tratti dal racconto mitico, ma assumono statura di paradigma universale del destino umano e, in questo caso in particolare, del rapporto tra Uomo e Potere, Uomo e Natura, Uomo e Mistero Divino.

Tale impostazione “metafisica” ha probabilmente determinato altresì un certo carattere di eccessivo primitivismo della narrazione filmica, che collide almeno in parte con il dato consegnatoci dall’archeologica e dalle fonti (il Lazio tiberino nell’VIII secolo a.C. era già venuto in contatto con le civiltà greca ed etrusca), il quale ci restituisce condizioni di vita assai meno brutali e selvagge.

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