Fantascienza e mondo classico. Introduzione a un dibattito

Scritto da Rossana Valenti. Pubblicato in: Dossier

Seguire lo sviluppo di un’idea, di una moda o di un genere letterario è sempre un’impresa suggestiva: da una prima intuizione si sviluppano linee di pensiero e procedure narrative che crescono e si ramificano. A volte le cose procedono in parallelo, magari in diverse tradizioni culturali e su diversi registri espressivi, a volte si susseguono nello stesso ambiente; e i diversi rami di un pensiero e di una pratica possono divergere per poi tornare a incontrarsi. Sembra questa, contorta e affascinante, la linea che ha portato all’incontro tra mondo classico e fantascienza: un connubio a prima vista insolito, che però si afferma fin dall’apparizione del libro con il quale, nel 1818, ha inizio, secondo gli studiosi, il genere narrativo oggi identificato come “fantascienza”: Frankenstein or the modern Prometheus di Mary Shelley, che già nel sottotitolo inseriva con decisione il suo personaggio nell’ambito della tradizione classica, pur qualificando con l’aggettivo ‘moderno’ la figura letteraria che poi si insedierà nell’immaginario collettivo identificando sia lo scienziato che la sua mostruosa creatura.

Fin dai suoi inizi, dunque, la fantascienza (o Science Fiction, nella terminologia inglese, con una significativa inversione dei due vocaboli) descrive il futuro valendosi di figure, concetti e miti che pertengono al passato e al mondo greco-romano, e rinegoziando valori e pratiche consolidati da un’antica tradizione.

La fantascienza fra mito antico e mito moderno

Scritto da Gianpiero Mangano. Pubblicato in: Dossier

 

Il genere fantascienza rappresenta un perfetto laboratorio per l’elaborazione di un’idea a livello di cultura di massa del rapporto fra uomo e scienza, fra società e progressi scientifici, oscillando fra i due poli di un rassicurante ottimismo e di una cupa sfiducia. In questo saggio presento alcune considerazioni su questo tema, elaborandolo sulla base di due categorie ideali dei movimenti di pensiero del novecento, il modernismo dell’inizio del secolo decimo nono e l’atteggiamento disilluso postmodernista. In particolare discuto come queste due categorie vengano declinate nel genere fantascientifico in termini di un uso del mito moderno alla Ulisse di Joyce o del recupero di miti antichi che riconducono alla visione “religiosa” del rapporto fra uomo e natura.

Cyborg Invasion al Museo Archeologico Nazionale di Napoli

Scritto da Simone Foresta. Pubblicato in: Dossier

Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli nel 2017 ha ospitato la mostra «Cyborg Invasion». Quindici noti fumettisti hanno reinterpretato in chiave cyborg altrettanti capolavori della scultura antica. All’Artemide Efesia, al c.d. Doriforo e all’Ercole Farnese sono trapiantati graficamente membra o organi sintetici e sono divenuti così personaggi della letteratura fantascientifica. Il breve scritto passa in rassegna le opere valutando il significato della mostra.

Classical Traditions in Science Fiction, Brett M. Rogers and Benjamin Eldon Stevens (eds.), coll. «Classical Presences», Oxford University Press, New York 2015.

Scritto da Domitilla Campanile, Rossana Valenti. Pubblicato in: Dossier

Recensione a cura di Domitilla Campanile e Rossana Valenti

Il tema del volume, e la circostanza che si tratta della prima ampia pubblicazione dedicata al rapporto tra fantascienza e tradizione classica, danno ragione della estesa Introduzione (pp. 1-24): vi compaiono interessanti questioni metodologiche, come quelle relative alla definizione stessa di Science Fiction, abbreviata in SF: i curatori comprendono, in maniera un po’ ambigua, sotto questa dizione anche concetti come science fable, scientific fantasy o speculative fiction, non definendone quindi con chiarezza statuto e caratteristiche formali. Questa incertezza, peraltro, è probabilmente ineludibile nell’esame di un ‘genere’ che conosce molte ramificazioni e incroci, se non vere e proprie ‘invasioni di campo’.

 

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