Seneca, Fabiano e il diluvio. Ancora su Sen. Nat. 3, 27-30
Abstract
L’articolo analizza la dossografia esposta da Seneca a proposito del diluvio universale alla fine del terzo libro delle Naturales Quaestiones. Delle sei teorie proposte, ciascuna delle quali valorizza una causa specifica per il disastro naturale, solo due ricevono una certa attenzione: quella dello stesso Seneca, citata per ultima, e quella del suo maestro Papirio Fabiano, citata per prima. Fabiano, filosofo e già retore compagno di Ovidio alla scuola di Arellio Fusco, fu autore fra l’altro di un trattato scientifico che rappresenta una fonte di quello di Seneca. La sua ipotesi riportata nelle Quaestiones si caratterizza per l’afflato patetico e gli spunti mitologici, e contiene fra l’altro una celebre polemica letteraria diretta contro Ovidio e la sua narrazione del diluvio nel primo libro delle Metamorfosi, bollata come superficiale e inadatta al tema apocalittico. L’ipotesi di Seneca, ricca di riferimenti filosofici, si sostanzia di similitudini ispirate alla teoria organicistica e propone un concorso di tutti gli elementi alla distruzione del mondo. Dall’analisi emerge un intento emulativo di Seneca nei confronti del maestro, sia sul piano letterario che su quello scientifico: intento di cui la critica ad Ovidio costituisce una sorta di anticipazione.
The paper deals with the doxography exposed by Seneca regarding the flood, in the final section of the third book of Natural Questions. Six theories are listed; each of themidentifies a specific cause for the disaster. Seneca gives special attention only to two of them, his own, quoted as last, and that of Papirius Fabianus, his mentor, quoted as first. Fabianus, philosopher and rhetor, pupil of Arellius Fuscus with Ovid, wrote a scientific treatise that represents a source of that written by Seneca. His theory, as described in the Quaestiones, contains pathetic and mythological hints, and includes a famous literary controversy against Ovid and his narrative of the flood in the first book of Metamorphoses, which is blamed as superficial and unfit to the apocalyptic theme. Seneca’s hypothesis, on his side, is rich in philosophical references and similes inspired to the organicistic theory, suggesting an influx of all elements to the destruction of the world. From the analysis of the texts emerges an emulative purpose of Seneca towards his mentor, both on a literary and on a scientific field: a purpose of which Ovid’s criticism represents a sort of anticipation.
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