Copertina Biblioteca di Classico Contemporaneo

Introduzione

Scritto da Francesco Berardi, Maria Luisa Delvigo, Mario De Nonno.

Da tempo è in corso, in America e quindi in Europa, un acceso dibattito sul valore formativo della lingua e della civiltà latina, il cui studio era già stato messo in discussione dall’innovazione dei processi produttivi e dalla rivoluzione degli strumenti di comunicazione. Tra le correnti di pensiero coinvolte, la cosiddetta cancel culture, di cui Alice Borgna ha recentemente offerto un’equilibrata presentazione in tutte le sue implicazioni sociali, politiche e culturali, è solo l’ultimo e certo radicale esito di un più vasto e progressivo processo di marginalizzazione degli studi classici nella cultura generale e nei sistemi scolastici dei Paesi occidentali. Salvatore Settis ne scorgeva lucidamente le avvisaglie già all’inizio del millennio, invitando a non ignorare il fenomeno, in cui individuava il risvolto di un profondo mutamento della società, avviata sulle strade della globalizzazione e della tecnocrazia.

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Latino e social: limiti e vantaggi di un’opportunità

Scritto da Sergio Audano.

Abstract

L’articolo propone una riflessione sulla diffusione nel social (in particolare su Facebook) dell’interesse verso la lingua e la cultura latina. L’interesse è sicuramente generalizzato, e ciò contribuisce indubbiamente a un’apertura anche oltre la cerchia ristretta degli specialisti, ma l’assenza di un controllo scientifico crea indubbi problemi sulla qualità dei contenuti diffusi. Accanto ai social si tiene anche in conto della ricezione della cultura latina all’interno di fictions apprezzate soprattutto da un pubblico giovane e giovanissimo. Simili canali forniscono spesso informazioni sulla civiltà antica che costituiscono un patrimonio di conoscenze spesso alternativo o complementare rispetto al tradizionale percorso scolastico.


This article offers a reflection on the interest in social media (particularly on Facebook) in the Latin language and culture. This interest undoubtedly favours an openness even beyond the restricted circle of specialists, but the absence of scientific control creates many problems on the quality of the content. Alongside social media, the reception of Latin culture is also taken into account in numerous fictions, especially appreciated by a young and very young audience. Such channels often provide information on Classical World which constitute a wealth of knowledge that is often alternative or complementary to the traditional school path.

 

 

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Cosa resterà del latino dopo il Covid? Prospettive e orizzonti di insegnamento e ricerca

Scritto da Andrea Balbo.

Abstract

Dopo un breve esame di alcuni documenti ministeriali e una serie di riflessioni concernenti la DAD e la DDI, questo lavoro si propone di offrire qualche suggerimento in vista di un ripensamento della didattica delle lingue, letterature e culture classiche dopo la pandemia.


My paper aims to discuss some didactic problems concerning the teaching of Latin and Greek, which arose after the pandemic and are due to the unavoidable use of what we call in Italy DAD (Didattica a Distanza). After the examination of some documents issued by the Italian Government, the last part of this contribution suggests some possible ideas for the improvement of teaching in an era that requires the joint appeal to traditional and digital methods.

 

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Più latino per tutti

Scritto da Maria Luisa Delvigo.

L’emergenza sanitaria e il relativo lockdown, con il rallentamento e la sospensione della vita sociale e delle attività ad essa connesse, hanno prevedibilmente intralciato non poco i lavori della Commissione “Società”, che ho l’onore e il piacere di coordinare all’interno della Consulta degli Studi Latini: tuttavia, ancorché ‘a distanza’, i nostri incontri sono stati frequenti e sempre pieni di interesse, ricchi di discussioni vivaci e stimolanti.

 

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Gli studi di ricezione e l’apprendimento del latino nella scuola: una proposta

Scritto da Marco Fernandelli.

L’interesse dimostrato per un testo antico da un autore moderno o contemporaneo, in un campo qualunque dell’espressione intellettuale, può essere acquisito come un rinforzo motivazionale nell’insegnamento scolastico del greco e del latino.

Di ciò si vede qualche traccia nella manualistica, ragionevolmente a integrazione episodica di capitoli o sezioni antologiche dedicate ad autori e testi che dovrebbero presentare di per sé – in quanto già esito di ponderate selezioni – sufficienti motivi di interesse.

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La scia della bellezza: latino e tradizione culturale

Scritto da Alessandro Fo.

Abstract

Dalla seconda metà del Novecento, in Italia ci si è spesso trovati a discutere se il sistema scolastico dovesse conservare, e in caso con quale estensione, uno spazio formativo dedicato alla lingua latina e alla letteratura in lingua latina. Anche su scala internazionale, il dibattito tuttora continua, e questo stesso convegno ne riprende le fila per riaffermare l’importanza del latino nella nostra tradizione culturale. Questo intervento, tramite alcuni casi esemplari, si propone di guardare al problema da un’angolazione particolare, e di considerare come il legato che, attraverso il latino, ci trasmette la voce dell’antichità abbia imposto la propria necessità innanzitutto attraverso la semplice «bellezza» di quella voce, il fascino che certe sue risultanze hanno ineluttabilmente esercitato e ancora esercitano. Una «bellezza» cui la creatività letteraria occidentale è costantemente tornata a ricorrere e che si è pertanto determinata e continua a determinarsi come irrinunciabile per comprendere a fondo le dimensioni artistiche tanto del passato quanto del presente.


Since the second half of the twentieth century in Italy, it has often been discussed whether the school system should maintain, and if so to what extent, training dedicated to Latin language and literature. The debate still continues today on an international scale and this conference engages in it to reaffirm the importance of Latin in our cultural tradition. This contribution, which looks at some case examples, aims to examine the problem from a different perspective and consider the legacy that the voice of antiquity has passed on to us through Latin. This legacy has established itself through the simple ‘beauty’ of that voice and through the fascination some of its findings have inevitably held in the past and still hold today. This is a ‘beauty’ which has constantly inspired western literary creativity and is indispensable for a better understanding of its artistic dimensions as much in the past as in the future.

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«Il perché di tutte le cose». Conquista del senso e motivazione all’apprendimento nella didattica del latino

Scritto da Francesco Lubian.

Abstract

Il presente contributo intende promuovere una riflessione sul ruolo centrale rivestito dalla motivazione nello studio della lingua latina; facendo riferimento alla cornice teorica della Teoria dell’Autodeterminazione (SDT) e alle più recenti ricerche condotte nell’ambito della Second Language Acquisition (SLA), il lavoro discute alcune strategie utili a promuovere negli studenti il soddisfacimento dei tre bisogni fondamentali della motivazione (competenza, autonomia e relazionalità), e più in generale a conferire significatività all’apprendimento della lingua latina.


This contribution aims to promote a reflection on the central role played by motivation in the study of Latin language. Referring to the theoretical framework of Self-Determination Theory (SDT) and to the most recent research conducted in the field of Second Language Acquisition (SLA), the paper presents some strategies to encourage the fulfilment of the three fundamental needs of motivation (competence, autonomy, and relatedness), in order to make the learning of Latin language more meaningful to students.

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Latino e Competenze Trasversali Europee: una lingua ‘morta’ per il futuro professionale

Scritto da Rosa Maria Lucifora.

Da tempo è in atto nella scuola italiana un progressivo decadimento dello studio linguistico del latino, dovuto a varie concause; tra queste, le principali sono senz’altro il succedersi di riforme scolastiche non generose verso gli studi classici e l’accreditarsi del convincimento che la civiltà antica possa essere compresa a prescindere dalle lingue nelle quali si è espressa1. Gli argomenti e contrario sollevati da docenti, studiosi, associazioni specializzate, in qualche caso da parlamentari, non sono fin qui riuscite a contrastare significativamente questa tendenza, spesso accompagnata da accuse di arretratezza, elitarismo, inadeguatezza della disciplina alle esigenze di una società plurale e digitale.

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“Introduction to Classics”: culture altre alla scoperta del latino

Scritto da Massimo Manca.

Abstract

Una frequente obiezione che si pone alla classicità, e la rende talora pericolosamente vicina al pericolo della cancel culture, è l’accusa di inattualità non solo temporale, ma culturale: produzione del maschio occidentale bianco, “etero”, “cisgender”; veicolo di valori negativi: bellicosità, sottomissione della donna e delle culture altre, ecc. Insegnare la classicità ai nuovi cittadini europei equivarrebbe dunque, in questa prospettiva, a una forma di neocolonialismo, o comunque a una proposta culturale percepita come estranea. Ma che cosa ne pensano davvero i portatori di culture “altre” messi a confronto con le culture antiche europee? L’autore ha insegnato per due anni a classi universitarie multiculturali e multilingue presso la School for International Education di “Cà Foscari” Venezia. Nel suo intervento illustra modalità e risultati della didattica dell’antico presso un pubblico così anomalo rispetto al consueto, per mostrare che a volte nemo propheta in patria.


A frequent objection that is posed to classicism, and at times makes it dangerously close to the danger of cancel culture, is the accusation of not only temporal but cultural out-of-dateity: production of white western males, "heterosexual", "cisgender"; vehicle of negative values: belligerence, submission of women and other cultures, etc. Teaching classicism to the new European citizens would therefore result, in this perspective, to a form of neo-colonialism, or in any case to a cultural proposal perceived as foreign. But what do the bearers of “other” cultures really think when exposed to ancient European cultures? The author has taught multicultural and multilingual university classes for two years at the School for International Education of "Cà Foscari" Venice. In his speech he illustrates the methods and results of the teaching of antiquity to such an unusual audience, to show that sometimes nemo propheta in patria.

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Cent’anni dopo Giolitti. Osservazioni sull’insegnamento del latino nelle scuole europee di oggi

Scritto da Guido Milanese.

Il convegno CUSL del 2022 è stato celebrato esattamente cent’anni dopo la data di una lettera di Giolitti, scritta appunto il 22 aprile del 1922. Mancavano pochi mesi alla “marcia su Roma”: Giolitti era a casa sua, a Cavour, e scriveva all’amico Gaetano Natale in merito alla questione, allora dibattuta, dell’esame di stato, che Giolitti vedeva con favore con un mezzo per controllare in modo efficiente e soprattutto identico a livello nazionale il livello dell’insegnamento liceale (che lui chiama «scuola media») 

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