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Rivista online di studi su antichità classica e cultura contemporanea
In collaborazione con la Consulta Universitaria di Studi Latini CLASSE A
Scritto da Rosa Rita Marchese. Pubblicato in: Orizzonti
Abstract
A partire da alcuni modelli analogici che, nella riflessione antica tra Aristotele e Seneca, descrivono l’azione del donatore nelle relazioni benefiche, in questo saggio si propone una lettura della beneficenza come il luogo in cui amore e interesse si intrecciano indissolubilmente. Le complesse, talvolta inaspettate combinazioni di questo pattern culturale, depositato nei testi greci e latini, possono offrirsi come reagenti utili al ripensamento degli atti filantropici nel mondo contemporaneo.
L’articolo indaga il rapporto che sussiste nella Grecia antica tra la terra e i cosiddetti regni naturali (minerale, vegetale, animale, umano) alla luce del lessico utilizzato per indicarlo e mostra che, a differenza di quanto avviene presso di noi, esso spesso analogo per tutti e quattro gli ambiti. L’azione della terra (o altri elementi eco-sistemici) nei confronti degli elementi che appartengono ai diversi regni, infatti, tendenzialmente designata dagli stessi verbi (vengono presi in considerazione phýein, ghennán, bóskein, tréphein, phérein, anadidónai): la terra phýein (e ugualmente possono essere usati anche gli altri verbi) sia uomini, sia animali, sia piante, sia minerali.
The paper investigates the relationship existing in ancient Greece between the earth and the so-called kingdoms of nature (mineral, vegetable, animal, human) in the light of the vocabulary used to indicate this relationship, and shows that, unlike what happens today, this is often similar for all four kingdoms. The action of the earth (or other eco-systemic elements) towards the elements belonging to the different kingdoms, is designated, tendentially, by the same verbs (phýein, ghennán, bóskein, tréphein, phérein, anadidónai are considered): the earth phýein (the other verbs can also be used as well) men, animals, plants, and minerals alike.
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In Orizzonti trovano ospitalità le voci di chi fa ricerca umanistica nelle università e individua come una responsabilità propria di tale ricerca la formulazione di domande sul significato e sulla funzione sociale e politica dei propri studi. La sezione vuole offrire visibilità ai diversi modi in cui in Italia, in Europa e nel mondo le istituzioni accademiche producono linee di ricerca che promuovono, in una relazione costruttiva con il presente, il rapporto con l’antico. Entro questo spazio aperto al dialogo tra attività scientifica e domande di senso, la sottosezione Voci dal mondo intende dare spazio ai contributi e, soprattutto, alle esperienze didattiche provenienti dal panorama internazionale, con lo scopo principale di condividere informazioni e materiali in diverse lingue (inglese, francese, tedesco, spagnolo); tali materiali potranno anche avere meno attinenza con il tema monografico del numero.
Presenze classiche: Pagina, Schermo, Scena, Arti Visive e Comunicazione
Responsabile di sezione: Rossana Valenti
La sezione dedicata alle Presenze classiche è intesa a selezionare produzioni recenti – di letteratura, teatro, cinema, musica, arti visive – ispirate al mondo classico, sul filo del rapporto, problematico e suggestivo, tra il “classico”, sistema di valori per definizione al di là delle mode e delle contingenze, e il “contemporaneo”, l’odierno, l’attualità più stringente.
La sezione ospita documenti, racconti, bilanci critici di esperienze didattiche, progetti laboratoriali, interventi pedagogici, pensati in riferimento al mondo antico. Propone uno spazio operativo di confronto fra contesti differenti (la scuola, l’università, il “sociale”) e approcci diversi all’antico, inteso nella sua accezione più ampia: in rapporto all’insegnamento delle lingue classiche, ma anche allo studio di testi e monumenti nei loro aspetti letterari, culturali, iconografici, come pure in relazione alla pratica teatrale, alla rilettura del mito, alle varie possibili forme di rivisitazione creativa dell’antico.