Christopher Nolan, Prometeo e la vecchietta: divagazioni tra Oppenheimer, la Rhetorica ad Herennium, Leopardi e Pirandello
Abstract
1. Qualche premessa
Il recentissimo film di Christopher Nolan dedicato a Robert Oppenheimer e uscito nell’agosto 2023 nelle sale italiane ha richiamato – se mai ce ne fosse ancora bisogno – la centralità del mito prometeico nella tradizione occidentale1. Il film deriva da un volume di K. Bird e M. J. Sherwin del 2006 dal titolo American Prometheus e associa il fisico americano con il titano che sottrae il fuoco a Zeus e lo porta agli uomini, ponendo da una parte i presupposti per creare una nuova civiltà, dall’altra votandosi alla sofferenza e a un destino tragico. Se il secondo aspetto di Prometeo è chiaramente presente nella figura descritta dall’intensissimo C. Murphy, il primo si presenta come connotato da un’ulteriore ambivalenza, dato che, per lo più, mentre la fiamma sprigionata dall’esplosione della bomba è chiaramente distruttrice e non benefica, il dono del fuoco all’uomo presenta per lo più connotazioni positive nella storiografia prometeica, anche se non sono escluse già nell’antichità considerazioni di tipo negativo2. In questo senso, Nolan e gli autori del biopic fonte del film si sono parzialmente distaccati da una tradizione antica che possiede una ricchezza straordinaria e che ancora oggi ci interroga.
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