Ἔξω τείχους. Liminalità, cronotopo e intratestualità nel prologo del Fedro
Abstract
Il Fedro di Platone è l’unico dialogo platonico in cui Socrate è rappresentato al di fuori del contesto urbano. Si può dimostrare la rilevanza di questa ambientazione applicando alla lettura del prologo alcuni concetti fondamentali di filosofia dello spazio e di critica letteraria contemporanea. Per esempio, la menzione da parte di Fedro di uno spazio liminale come le mura della città dimostra che campagna e ambiente cittadino stabiliscono un rapporto al contempo di contrapposizione e di reciproca definizione. Con il prologo, inoltre, sono impostate le linee espressive, lessicali e tematiche a cui si attiene lo sviluppo intratestuale dell’intero dialogo: a questo scopo, il testo platonico valorizza diversi elementi, appartenenti sia all’ambiente naturale dell’Ilisso sia alla digressione mitologica riguardante Orizia e Borea, che può essere efficacemente considerata alla luce del concetto di cronotopo.
Plato’s Phaedrus is the only Platonic dialogue in which Socrates is depicted outside the urban realm. A compelling way to show the relevance of this setting is to practice a close reading of the prologue through the lens of contemporary philosophy of space and literary criticism. Such a reading allows several remarkable features to emerge: for instance, Phaedrus’ initial mention of a liminal space such as the city walls shows that city and countryside establish a mutual edge-to-edge relationship. In addition, the prologue sets the thematic, expressive and narrative lines to which the dialogue’s intratextual development adheres. To this end, several elements are brought into play, belonging both to the natural setting of the Ilisus and to the mythological digression regarding Oreithyia and Boreas, which can be effectively analysed through the notion of chronotope.
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