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Rivista online di studi
su antichità classica e cultura contemporanea

In collaborazione con la Consulta Universitaria di Studi Latini
CLASSE A

n. 10

        rivista annuale
        anno 10 · numero 10
        anno 2024

 

Kehinde Wiley. A New Republic

Scritto da Federica Morra. Pubblicato in: Arti visive

L’articolo costituisce un sintetico contributo alla definizione della personalità artistica di Kehinde Wiley, la cui collezione è stata ospitata dal Brooklyn Museum dal 20 febbraio al 24 marzo 2015, con un’esposizione dal titolo Kehinde Wiley. A New Republic. Lo sperimentalismo artistico di Wiley rielabora i canoni stilistici della ritrattistica europea tra il XVI e il XVIII secolo, per farne strumento di denuncia sociale. In luogo dei tradizionali soggetti, l’artista sceglie di raffigurare uomini e donne afro-americani in abiti contemporanei, ma nella medesima posa del modello di riferimento. Mutato è anche lo spazio che fa da sfondo ai ritratti: i personaggi wileyani si stagliano su fondali sgargianti, tappezzerie stile Liberty e pareti tempestate di fiori e arabeschi. Wiley rivendica così l’importanza culturale di una categoria sociale normalmente esclusa da quei processi decisionali che hanno cambiato il volto dell’Europa dei secoli scorsi. Un’arte, dunque, che rovescia i topoi iconografici classici, per invitare lo spettatore a riflettere su tematiche quali l’identità culturale, la politica e la giustizia sociale.

The article is a synthetic contribution to define Kehinde Wiley’s artistic personality. His collection was hosted at Brooklyn Museum from 20 February to 24 March 2015, with an exhibition titled Kehinde Wiley. A New Republic. Wiley’s artistic experimentalism revises the stylistic canons of the European portrait-painting between the XVI and the XVIII century. Wiley uses it as an instrument of social denunciation. Instead of traditional characters, the artist chooses to portray Afro-American men and women wearing contemporary clothes, but in the same position of the reference model. Also the background of his portraits has changed: Wiley’s characters are silhouetted against gaudy grounds, Modern Style wall-papers and walls studded with flowers and arabesques. In this way, Wiley asserts the cultural importance of a social category normally excluded from those decisional processes that changed the old European nature. Therefore, an art that reverses the classic iconographic topoi, with the aim to invite the spectator to think about themes like cultural identity, politics and social justice.

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Carta da riciclo, carta da bruciare: tecniche antiche per nuovi prodotti commerciali

Scritto da Antonella Borgo. Pubblicato in: Arti visive

L’insolito nome “Papiro” dato dalla Buitoni a una carta speziata per la cottura del pollo sembra motivato da una sorta di operazione di ‘archeologia’ culinaria: richiama infatti un sistema di cottura noto da millenni nell’area mediterranea alla quale alludono Catullo (95, 8), Marziale (3, 2, 3 e 4, 86, 8) e una ricetta di Apicio (9, 10, 1).

The name ‘Papiro’ chosen by Buitoni for a special paper to cook the chicken refers not only to the fine writing material but also to an old way of cooking food to which Catullus (95, 8), Martial (3, 2, 3 e 4, 86, 8) and a recipe of Apicius (9, 10, 1) allude.

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Orazio in commercio: variazioni sul "carpe diem"

Scritto da Antonella Borgo. Pubblicato in: Arti visive

Il sintagma oraziano carpe diem, utilizzato spesso come denominazione di negozi e attività commerciali non solo in Italia, si presta bene alle necessità comunicative della pubblicità: chi lo adotta, per lo più per prodotti di tendenza se non di lusso, mostra l’intento di promuovere non solo l’acquisto ma anche il piacere dell’acquisto.

Carpe diem is a name often used for shops and businesses of various types. It always advertises trendy and sometimes luxurious products. It encourages you not only to buy but also enjoy the shopping experience.

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Sommario del n. 10

CLASSICOCONTEMPORANEO È SOTTOPOSTO ALLA PROCEDURA DI PEER REVIEW SECONDO GLI STANDARD INTERNAZIONALI

Di seguito è disponibile l'indice completo del numero diviso per le sezioni tematiche della rivista.
Fai clic su un titolo di sezione per espandere l'indice degli articoli contenuti.

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Orizzonti

Responsabile di sezione: Rosa Rita Marchese

In Orizzonti trovano ospitalità le voci di chi fa ricerca umanistica nelle università e individua come una responsabilità propria di tale ricerca la formulazione di domande sul significato e sulla funzione sociale e politica dei propri studi. La sezione vuole offrire visibilità ai diversi modi in cui in Italia, in Europa e nel mondo le istituzioni accademiche producono linee di ricerca che promuovono, in una relazione costruttiva con il presente, il rapporto con l’antico. Entro questo spazio aperto al dialogo tra attività scientifica e domande di senso, la sottosezione Voci dal mondo intende dare spazio ai contributi e, soprattutto, alle esperienze didattiche provenienti dal panorama internazionale, con lo scopo principale di condividere informazioni e materiali in diverse lingue (inglese, francese, tedesco, spagnolo); tali materiali potranno anche avere meno attinenza con il tema monografico del numero.

Dossier
Latina Didaxis XXXVI. Composizione nominale e giochi di parole nella cultura latina.

 

Saggi

Presenze classiche: Pagina, Schermo, Scena, Arti visive e comunicazione

Responsabile di sezione: Rossana Valenti

La sezione dedicata alle Presenze classiche è intesa a selezionare produzioni recenti – di letteratura, teatro, cinema, musica, arti visive – ispirate al mondo classico, sul filo del rapporto, problematico e suggestivo, tra il “classico”, sistema di valori per definizione al di là delle mode e delle contingenze, e il “contemporaneo”, l’odierno, l’attualità più stringente.

Ricerca e sperimentazione didattica

Responsabile di sezione: Pietro Li Causi

La sezione ospita documenti, racconti, bilanci critici di esperienze didattiche, progetti laboratoriali, interventi pedagogici, pensati in riferimento al mondo antico. Propone uno spazio operativo di confronto fra contesti differenti (la scuola, l’università, il “sociale”) e approcci diversi all’antico, inteso nella sua accezione più ampia: in rapporto all’insegnamento delle lingue classiche, ma anche allo studio di testi e monumenti nei loro aspetti letterari, culturali, iconografici, come pure in relazione alla pratica teatrale, alla rilettura del mito, alle varie possibili forme di rivisitazione creativa dell’antico.